1200 aggressioni all'anno a danni di medici ed infermieri, un fenomeno in aumento che preoccupa sempre più chi ogni giorno è in prima linea per salvare le nostre vite. In Italia le aggressioni a personale ospedaliero sono il 30% degli episodi di violenza registrati sul luogo di lavoro e chi ne è vittima è sempre più preoccupato: lo rivela uno studio di NurSind - il sindacato degli infermieri -, che sottolinea i timori crescenti e lo stato di inquietudine di chi ogni giorno lavora per la salute degli altri.
Da un'indagine svolta tra i camici bianchi, la percezione che il fenomeno sia in aumento è del 60,9%, la sensazione che sia in forte aumento è del il 16,4%. Il 19% degli intervistati ritiene che il fenomeno sia stabile, in regressione per il 2,4% ed in esaurimento per l’1% . La percentuale dei consultati (su un campione di oltre 4mila persone) che dichiara di essere stata aggredita è del 60% di cui: 1827 prima del 2013, 997 nel 2014, 1404 nel 2015, 1999 nel 2016, 1163 nel primo quadrimestre del 2017. I numeri, quindi, raccontano di un fenomeno in crescita.
Il 70% delle vittime sono donne.
I motivi delle aggressioni ai danni del personale medico
Innanzitutto a presidio di ospedali e ambulatori spesso c'è carenza di personale. I "tagli" hanno come conseguenza diretta una riduzione dei servizi e della vigilanza, il cui effetto immediato è un aumento della frustrazione causata dalle lunghe attese; gli operatori, pochi e non sempre preparati a gestire situazioni simili, diventano l'oggetto dell'aggressività di pazienti e accompagnatori, soprattutto durante i picchi di affluenza.
Ad aggravare la situazione c'è il crescente abuso di alcol o droghe, specialmente nei pronto soccorsi, che incrementa gli incresciosi episodi di violenza ai danni di medici ed infermieri.
Zone non illuminate (come parcheggi o aree pedonali), servizi di assistenza (guardie mediche) isolati, incremento di pazienti mal seguiti con disturbi comportamentali-psichici e accesso senza restrizione nei luoghi di lavoro del personale medico sono elementi di un quadro che a tutti gli effetti si sta trasformando in una vera e propria emergenza nazionale.
I luoghi più pericolosi
Secondo Consulcesi, network legale di riferimento per la tutela dei medici, che ha lanciato un appello all'attenzione sul fenomeno delle aggressioni del personale sanitario, gli operatori più a rischio lavorano nei Pronto Soccorso, nelle strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali, nei luoghi di attesa e nei servizi di Geriatria e Continuità Assistenziale (comunemente conosciuti come Guardia Medica).
Proprio questi ultimi sono i luoghi citati in una recente denuncia di Fimmg, la Federazione dei Medici di Famiglia, in cui si parla di una vera e propria "escalation di violenza contro i medici, alla quale assiste immobile chi governa la sanità, in barba agli accordi collettivi nazionali per i quali l’Azienda dovrebbe garantire che le sedi di servizio siano dotate di idonei locali, di adeguate misure di sicurezza, per la sosta e il riposo dei medici, nonché di servizi igienici".
Le soluzioni adottate per arginare il fenomeno
Visto il dilagare di fenomeni di violenza gli enti territoriali stanno così correndo ai ripari per arginare l'escalation e proteggere operatori e pazienti.
In numerosi edifici si è potenziato il controllo di videosorveglianza: la vista di una telecamera può essere un deterrente oltre a permettere di identificare i trasgressori qualora dovessero agire nel campo d'azione dell'occhio elettronico. I limiti della videosorveglianza tuttavia possono rivelarsi qualora l'aggressore vada in escandescenza: se la telecamera può infatti incutere timore ad un professionista del crimine (come può essere un ladro) che razionalmente valuta il rischio delle sue azioni, lo stesso non può dirsi di chi è affetto da determinate patologie psichiatriche o per chi ha abusato di alcol o droghe, le cui azioni sono spesso incontrollate.
Per i motivi sopra elencati sempre più presidi ospedalieri si sono dotati dell'ausilio di un Istituto di Vigilanza: le Guardie Giurate, professionisti della sicurezza, affiancano così medici ed infermieri permettendo un intervento immediato in caso di aggressione fisica.
G4 Vigilanza è negli ospedali e negli ambulatori al fine di ridurre questo odioso fenomeno, da Nord a Sud le nostre Gpg sono impegnate affinché medici e infermieri possano lavorare in un ambiente quanto più confortevole possibile, come è doveroso che sia quando di parla di salute pubblica. La presenza di una Guardia Giurata si configura infatti sia come una misura di prevenzione, fungendo da deterrente, che come vero e proprio argine in difesa dei camici bianchi. Ogni giorno G4 Vigilanza contribuisce al lavoro di decine di migliaia fra medici, infermieri ed ausiliari che hanno deciso di fare della propria vocazione una professione al servizio del prossimo. E per noi essere al servizio della loro incolumità, come azienda e come uomini e donne, non può che essere un onore.
È della scorsa settimana il caso di un ragazzo armato che, nel tentativo di entrare per compiere una rapina nell'ufficio dedicato al pagamento delle prestazioni sanitarie, ha cercato di disarmare una nostra guardia a presidio dell'Asl di Santo Spirito, alle porte di Bari. Il nostro agente lo ha convinto a gettare la pistola a terra, lo ha bloccato e lo ha consegnato ai Carabinieri (Leggi qui l'articolo).