Dopo dieci anni nell’Arma dei Carabinieri come referente tecnico informatico per le indagini di polizia giudiziaria, una laurea e numerosi master in Italia e Stati Uniti, il Dott. Ognibene ha sviluppato una trentennale esperienza nell’organizzazione di reparti operativi anticrimine, in analisi e gestione del rischio, analisi di intelligence aziendale, stesura di protocolli di sicurezza, gestione delle emergenze, progettazione e applicazione dei processi di governance di sicurezza e definizione di procedure operative con formazione del personale.
Grazie alle sue competenze, Maurizio sarà fondamentale per garantire ai clienti un’analisi e una gestione sempre più evoluta del rischio e della sicurezza nelle loro aziende.
Per conoscerlo meglio e comprendere quale sia la sua visione e come intende gestire il reparto Operativo di G4 Vigilanza, lo abbiamo intervistato.
D: Ciao Maurizio, con la tua vasta esperienza nel settore, quali ritieni siano le sfide più significative che sta affrontando attualmente il settore della vigilanza privata in Italia e come G4 Vigilanza si sta preparando ad affrontarle?
R: Il settore della vigilanza privata sta affrontando un periodo di profonda trasformazione dovuto a fattori come l’evoluzione delle minacce divenute ibride tra criminalità organizzata tradizionale e le nuove forme di criminalità cyber, la pressione sui costi operativi e la crescente domanda di servizi di sicurezza tecnologicamente avanzati nei sensori, negli algoritmi predittivi sul rischio da minacce attive ovvero di prevenzione dei falsi allarmi. L’obiettivo è diventare il punto di riferimento per la sicurezza integrata in Italia seguendo una strategia chiara e mirata:
- Digitalizzazione e innovazione operativa: Implementazione di sistemi predittivi AI e strumenti di analisi avanzata.
- Ottimizzazione dell’impiego delle risorse: L’impiego delle risorse ottimizzato non solo nei termini della pianificazione dei servizi ma anche ponendo particolare attenzione al profilo dell’operatore in quanto a conoscenze, abilità, attitudini, affidabilità.
- Formazione e valorizzazione del personale: Concentrare energie per lo sviluppo di competenze aggiornate e innovative della risorsa più importante di G4 Vigilanza, le sue persone, operanti nello scenario della sicurezza armata e non 24 ore al giorno 7 giorni su 7.
- Gestione proattiva dei rischi: Un approccio basato sulla prevenzione e protezione da rischi valutati non solo da un punto di vista tecnico o probabilistico, ma anche con metodiche capaci di identificare le dinamiche complesse che portano alla manifestazione di eventi avversi, includendo fattori umani, organizzativi e sistemici. Ne consegue che a pari passo si dovranno implementare modelli di reattività tempestiva nelle misure di mitigazione capaci non solo di contenere al meglio l’impatto delle conseguenze negative ma anche di svolgere una efficace azione di deterrenza.
D: Quali innovazioni organizzative intendi introdurre nel reparto operativo di G4 Vigilanza e in che modo queste miglioreranno l'efficienza dei servizi offerti ai clienti?
R: Le principali innovazioni saranno orientate al progresso nella capacità e rapidità d’intervento e la qualità percepita dei servizi.
- Automazione e gestione avanzata del personale – Introduzione di sistemi NFC con rilevamento della presenza su postazione per poter raggiungere una visione d’insieme e di dettaglio d’impiego pressoché in tempo reale con il minor dispendio possibile di energie in attività manuali ripetitive e peraltro ad alta incidenza di errore. Dotare il personale di accesso ad un portale web di interfaccia completa del sistema informativo sul rapporto di lavoro.
- Miglioramento della produttività – Intervenire sull’ambiente di lavoro con azioni mirate che favoriscano comfort, organizzazione, benessere psicofisico e relazioni positive.
- Ottimizzazione della Centrale Operativa – Integrazione di sistemi PSIM, ovvero piattaforme di Physical Security Information Management. Si tratta di tecnologie avanzate che consentono di unificare in un’unica interfaccia tutti i sistemi di sicurezza presenti – come videosorveglianza, controllo accessi, sensori perimetrali, antincendio, localizzazione GPS delle pattuglie e persino sistemi IoT. In questo modo, l’operatore può gestire gli eventi in tempo reale, ricevere notifiche intelligenti, attivare protocolli automatici di risposta e tracciare ogni intervento secondo procedure predefinite. Ad esempio, in caso di allarme notturno presso un sito critico, il PSIM può automaticamente mostrare le immagini live delle telecamere della zona, bloccare gli accessi, notificare la pattuglia più vicina e aprire un report incidentale, riducendo drasticamente i tempi di reazione e gli errori umani. È un cambio di paradigma: si passa da una gestione frammentata a un approccio centralizzato, proattivo e tracciabile.
- Personalizzazione dell’offerta per i clienti – La personalizzazione dell’offerta rappresenta oggi una leva strategica fondamentale per gli istituti di vigilanza, soprattutto nei confronti dei clienti core, ovvero quelli ad alto valore e con esigenze complesse. L’obiettivo è costruire soluzioni di sicurezza integrate e modellate sulle specificità del contesto operativo del cliente – che si tratti di siti industriali, infrastrutture critiche, eventi o reti commerciali distribuite. Questo approccio implica una fase di ascolto e analisi approfondita, seguita dalla progettazione di servizi combinati, come vigilanza armata, videosorveglianza intelligente, presidio fisso o mobile, sistemi tecnologici connessi e reportistica in tempo reale. La vera differenza la fa la capacità di adattare le risorse, le procedure e la tecnologia al rischio reale, trasformando la sicurezza da un servizio standard a un valore aggiunto, percepito e misurabile dal cliente.
D: In base alla tua esperienza precedente, quali lezioni o best practice intendi applicare nel tuo nuovo ruolo di Direttore Operativo presso G4 Vigilanza?
R: Nel mio nuovo ruolo di Direttore Operativo presso G4 Vigilanza, intendo applicare una serie di principi consolidati nel corso della mia esperienza pluriennale nell'Arma dei Carabinieri e nel mio percorso come analista intelligence e manager certificato APCO – CMC Global.
La prima leva sarà una strategia operativa basata sui dati: l’utilizzo sistematico di KPI ci permetterà di misurare la qualità del servizio in modo oggettivo e di migliorare costantemente le nostre performance.
Parallelamente, ritengo essenziale l’efficienza nella gestione delle risorse umane: un corretto bilanciamento tra impiego, formazione e benessere consente di ottimizzare la forza lavoro, riducendo assenze e turnover. Alla base di tutto, vi è una leadership orientata al risultato, che punta a creare un team coeso, motivato e pienamente consapevole dei propri obiettivi.
Infine, punterò su una sicurezza integrata, in cui le competenze operative si fondono con tecnologie avanzate – come sistemi di monitoraggio evoluti, intelligenza artificiale e strumenti PSIM – per offrire ai nostri clienti soluzioni realmente efficaci e su misura.
Questo approccio, mutuato anche dall’ambito intelligence, ci consente di anticipare le criticità e non solo di reagire agli eventi.
D: Come vedi l'integrazione tra tecnologia avanzata e fattore umano nei servizi di sicurezza moderni, e quali sviluppi prevedi in questo ambito per G4 Vigilanza nei prossimi anni?
R: Credo fermamente che l’equilibrio tra tecnologia avanzata e fattore umano rappresenti la vera chiave evolutiva della sicurezza moderna. In G4 Vigilanza, questa integrazione sarà al centro dello sviluppo operativo dei prossimi anni.
Da un lato, tecnologie come l’intelligenza artificiale e il machine learning ci permetteranno di implementare modelli predittivi capaci di anticipare minacce e anomalie, trasformando l’approccio da reattivo a proattivo.
L’utilizzo di droni, robotica mobile e sensori smart aumenterà la copertura dei siti e ridurrà drasticamente i tempi di risposta. Tuttavia, nessuna tecnologia può sostituire la prontezza decisionale, la flessibilità e l’intuito operativo del professionista: per questo continueremo a investire in formazione avanzata, addestramento situazionale e capacità di gestione delle emergenze.
Inoltre, la crescente digitalizzazione impone una convergenza tra sicurezza fisica e informatica: proteggere i dati e i sistemi sarà parte integrante del servizio di vigilanza. Il nostro obiettivo è offrire una sicurezza integrata, predittiva e su misura, in cui ogni risorsa – umana o tecnologica – agisce come parte di un’unica rete coordinata ed efficiente.
D: Quali valori consideri fondamentali nella gestione di un team operativo nel settore della sicurezza e come intendi promuoverli all'interno di G4 Vigilanza?
R: Nel settore della sicurezza, la gestione di un team operativo richiede una visione chiara fondata su valori solidi e coerenti. Alla base ci sono affidabilità e senso di responsabilità: ogni operatore deve essere pienamente consapevole del valore del proprio ruolo e dell’impatto che ha sulla protezione di persone, beni e informazioni. A questo si affiancano disciplina e professionalità, che derivano da un rigoroso rispetto delle procedure operative e da un investimento continuo nella formazione. Ritengo poi indispensabile promuovere una forte cultura di squadra, quando dico questo ho in mente quello che nell’Arma dei Carabinieri chiamiamo “Spirito di Corpo” ossia quel legame tra individui che nasce dalla condivisione di obiettivi comuni, ideali, sacrifici e fatiche, creando un senso di appartenenza e collaborazione volto a mantenere l'efficienza e il prestigio della propria organizzazione di appartenenza. La sicurezza non è mai un risultato individuale, ma nasce dalla cooperazione, dalla fiducia reciproca e dalla comunicazione efficace tra colleghi. Infine, uno dei valori che porterò con determinazione in G4 Vigilanza è l’innovazione come mindset operativo: stimolare il miglioramento continuo, adattarsi al cambiamento e saper integrare nuove competenze e tecnologie. Un team ben formato, motivato e guidato da questi principi è la base per garantire un servizio di sicurezza eccellente, credibile e sostenibile nel tempo.
D: In un settore in continua evoluzione come quello della sicurezza, quali competenze ritieni siano oggi più preziose per i professionisti della vigilanza e come pensi di svilupparle nel team di G4 Vigilanza?
R: Nel contesto attuale, in cui la sicurezza è sempre più dinamica, interconnessa e soggetta a nuove minacce, i professionisti della vigilanza devono sviluppare un set di competenze trasversali e aggiornate.
Le prime, a mio avviso, sono l’adattabilità e il problem-solving: la capacità di valutare rapidamente una situazione critica, prendere decisioni efficaci sotto pressione e gestire l’imprevisto con lucidità operativa.
Fondamentali sono anche le competenze tecnologiche: la familiarità con sistemi di videosorveglianza avanzata, analisi dati, dispositivi mobili e piattaforme digitali di coordinamento sarà sempre più centrale.
Non meno importanti sono le capacità comunicative: saper interagire con clienti, colleghi, forze dell’ordine o cittadini in modo chiaro e autorevole è cruciale per mantenere il controllo e garantire la sicurezza.
Infine, ritengo indispensabile l’aggiornamento costante su minacce emergenti, normative e protocolli operativi. In G4 Vigilanza promuoverò un modello formativo continuo, modulare e sul campo, che combini scenari pratici, simulazioni ad alta intensità e aggiornamenti tecnologici, affinché ogni risorsa sia pronta ad affrontare le sfide del presente e del futuro con competenza e consapevolezza.
D: Quali sono stati i momenti più formativi del tuo percorso professionale e come hanno influenzato la tua visione della leadership che porterai in G4 Vigilanza?
R: I momenti più formativi del mio percorso non sono stati semplici tappe, ma vere e proprie trasformazioni. Il decennio vissuto nell’Arma dei Carabinieri è stato il mio primo laboratorio di leadership: lì ho imparato che il comando non si impone, si guadagna. La responsabilità non è una delega, è una postura mentale. Ho interiorizzato il valore dell’esempio, della disciplina, ma anche della vicinanza umana nei momenti critici.
Successivamente nel conseguire la laurea magistrale in biologia con studi approfonditi di biochimica e fisiologia ho sviluppato la mentalità da ricercatore scientifico che mi ha condotto alla mia transizione verso l’analisi intelligence strutturata e con il master in business administration McDonald’s a Chicago e quello sulle procedure di crisi e concorsuali IPSOA ho costruito le mie competenze di consulenza per aziende complesse come consulente di management certificato CMC Global che mi ha portato a maturare una leadership di tipo strategico: fondata su analisi multilivello, capacità di prevedere scenari e governare la complessità attraverso modelli decisionali fondati sull’AHP (Analytic Hierarchy Process) una tecnica di decisione multicriterio sviluppata da Thomas L. Saaty negli anni '70, utilizzata per affrontare problemi complessi che richiedono una valutazione strutturata di opzioni o alternative e priorità sulla base di più criteri.
Oggi, come Direttore Operativo di G4 Vigilanza, la leadership che porto con me è il risultato di questa doppia traiettoria: da un lato, la concretezza dell’azione sul campo; dall’altro, l’elaborazione strategica che integra previsione, prevenzione e deterrenza in un’unica architettura operativa.
Il mio modello – costruito su un equilibrio tra soggettività ed evidenza oggettiva, tra esperienza e dato – mira a valorizzare il capitale umano come risorsa centrale per la sicurezza.
D: Guardando al futuro, quali obiettivi ti sei prefissato di raggiungere nei tuoi primi 12 mesi come Direttore Operativo e come misurerai il successo del tuo operato?
R: Nei primi 12 mesi come Direttore Operativo di G4 Vigilanza, mi sono prefissato obiettivi concreti e misurabili, orientati a una trasformazione operativa sostenibile e ad alto valore aggiunto. In primo luogo, punterò sull’ottimizzazione dei processi interni, con una razionalizzazione dell’impiego delle risorse e una conseguente riduzione dei costi operativi, senza compromettere gli standard di sicurezza. Parallelamente, voglio elevare la customer satisfaction attraverso un sistema di ascolto attivo e feedback strutturati, perché la qualità percepita dal cliente è uno degli indicatori più affidabili di efficacia. Un altro pilastro sarà l’espansione dell’innovazione tecnologica, integrando soluzioni intelligenti come piattaforme PSIM, sensoristica evoluta e strumenti di analisi predittiva, in sinergia con il nostro fattore umano. Infine, dedicherò particolare attenzione alla formazione del personale: non solo per aggiornare le competenze operative, ma per promuovere una cultura del rischio e della responsabilità che si traduca in un comportamento professionale uniforme, motivato e orientato agli obiettivi. Misurerò il successo attraverso KPI chiari – come riduzione delle non conformità, efficienza nei tempi di intervento, tasso di retention del personale, soddisfazione del cliente – ma soprattutto attraverso un indicatore meno numerico e più strategico: la capacità del nostro team di diventare proattivo, consapevole e allineato a una visione di sicurezza che non subisce gli eventi, ma li anticipa.
Grazie Maurizio, buon lavoro.