L’incertezza legata alla riapertura, programmata per il 14 settembre, è alimentata dalle paure degli operatori del settore, consapevoli di quanto possa essere difficile lasciare a bambini e ragazzi la responsabilità nell’adottare comportamenti responsabili per impedire che il Coronavirus trovi terreno fertile per il contagio. Ad aggravare i timori dei presidi sulla propria responsabilità penale vi è inoltre quanto riportato all’articolo 42 del decreto-legge 18/2020, norma in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, che equipara il contagio da Coronavirus ad un infortunio sul lavoro. Un passaggio che in queste ore ha messo sul piede di guerra numerosi dirigenti scolastici in tutto il Paese e che ha fatto partire una corsa alla prevenzione di grande portata.
Garantire sicurezza in un ambiente complesso come quello scolastico: come ci si attrezza?
Chiunque abbia esperienza di insegnamento o educazione sa bene che non sarà possibile mantenere un saldo controllo di quanto avviene nelle classi con precisione millimetrica. Per questo in diversi istituti in tutta Europa, francesi e tedeschi soprattutto, è stata adottata una tecnologia innovativa in grado di prevenire i contatti pericolosi: i braccialetti smart. Introdotti nelle routine e nei regolamenti di scuole e asili, i braccialetti smart sono dispositivi elettronici che vibrano o emettono un suono non appena la distanza di sicurezza viene violata. Un modo per ricordare agli studenti quanto sia importante rispettare le norme in materia di prevenzione e una garanzia in più, soprattutto per le famiglie, che certifica l’impegno degli Istituti nella gestione dell’emergenza sanitaria.
“I braccialetti per garantire il distanziamento? Saranno presentati come un gioco”
Anche in Italia sempre più Istituti stanno adottando le misure più innovative per garantire sicurezza ai bambini o ai ragazzi, tanto che le aziende che producono i braccialetti smart si trovano a fronteggiare una domanda crescente di questi dispositivi.
“L’iniziativa sarà sviluppata e spiegata come se fosse un gioco, evitando qualsiasi rischio di ansie per le misure anti-contagi - ha dichiarato a Il Corriere Fabio Morandi, presidente della scuola `Eugenio Cantoni´ di Castellanza - e lo scopo per i bimbi sarà appunto quello di non far illuminare i propri braccialetti”.
Un'iniziativa che trova il plauso di psicologi e psicoterapeuti, che sottolineano e raccomandano di usare questo dispositivo senza sovraccaricare gli alunni o gli studenti di responsabilità o paure. Del resto è proprio la giovane età dei diretti interessati un punto debole per l’impegno collettivo nel limitare il contagio: non possiamo pretendere da loro lo stesso impegno di un adulto e proprio per questo istituzioni e famiglie devono fare del proprio meglio per accompagnarli con cautela fino a quando non saranno in grado di badare da soli a se stessi, proteggendoli al meglio dai rischi e dalle difficoltà. Il braccialetto smart si configura dunque come un riferimento materiale alle raccomandazioni di noi adulti, un modo anche divertente per sentirsi partecipi a tutti gli effetti di uno sforzo collettivo cruciale per la salute di tutti i soggetti più deboli.
Il braccialetto non è solo prevenzione: anche tracciamento dei contatti e rispetto della privacy
Il sistema, a scelta degli Istituti, potrebbe eventualmente servirsi anche di una app gestionale che in caso di contagi permetterebbe di ricostruire i contatti di ogni singolo dispositivo, generando una mappatura completa e un report utile a risalire ad eventuali contagi. Ovviamente quando si tratta di minorenni la privacy deve essere tutelata con il massimo dell’attenzione: i braccialetti smart non geolocalizzano gli spostamenti ma solo le relazioni fra chi ha indossato il dispositivo all’interno dell’istituto scolastico. I dispositivi inoltre, che possono essere indossati anche dal personale, sono identificati attraverso una numerazione e non riconducibili, se non dalla scuola stessa (nella persona del Responsabile del trattamento dei dati), al nome di chi li ha indossati.
In caso di contagio sarebbe così solo la scuola a poter mappare i soggetti a rischio venuti a contatto con il “paziente zero” e a mettere in campo tutte le misure necessarie affinché il virus non si diffonda a macchia d’olio nel resto dell’istituto.
Alta tecnologia, massima prevenzione e bassi rischi: perché le scuole scelgono i braccialetti smart
Innanzitutto perché è una scelta che piace alle famiglie. Un Istituto scolastico che dimostra di fare il meglio crea un legame più solido con chi ne fa parte e pone le basi per un comportamento di squadra fra Scuola e Famiglia.
Per questo il costo irrisorio dei dispositivi, poche decine di euro a braccialetto, è spesso un investimento che viene fatto senza alcuna resistenza.
Inoltre l’adozione del dispositivo rende più sereno l’ambiente di lavoro di docenti, maestri e personale di assistenza o amministrativo: operare in uno dei siti più a rischio con poco controllo su bambini e ragazzi è stressante e rischia di togliere energie fondamentali alla didattica e alle attività formative.
Un Istituto che adotta le migliori precauzioni raggiunge l’obiettivo importante di costruire un legame di fiducia fra Stato, dipendenti e famiglie. Sempre più scuole e asili si stanno muovendo in questa direzione, uniti possiamo sconfiggere il virus e la paura.
G4 In prima linea.
Gia da aprile la divisione di Security Sanitaria di G4 Vigilanza ha sviluppato un progetto dedicato alle scuole lavorando in partnership con un'azienda hi-tech italiana.
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