Spray al peperoncino: la cronaca sempre più spesso ci racconta dell'uso di questo strumento di difesa che spesso finisce nelle mani sbagliate, eppure lo spray al peperoncino nasce come valido aiuto nella prevenzione di violenze o rapine.
Oggi parliamo delle norme che ne regolano l'uso, la vendita e il trasporto.
Quando si parla di spray al peperoncino è inevitabile portare la propria mente a quella tragica notte dell'8 dicembre 2018, quando un ragazzino aveva spruzzato la sostanza urticante al concerto del trapper Sfera Ebbasta, provocando panico tra la folla che involontariamente ha investito e ucciso sei persone e ne ha ferite altre 59. In quel caso l'utilizzo della bomboletta era evidentemente improprio e il dibattito si era immediatamente orientato verso la facilità con cui questa "potenziale arma" possa essere finita nelle mani di un adolescente.
Ed è l'età il primo aspetto della normativa che analizzeremo.
Lo spray infatti deve avere alcune caratteristiche precise, richiamate dal decreto ministeriale n. 103 del 12 maggio 2011 detto anche "Regolamento concernente la definizione delle caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa". Leggendo la legge salta subito all'occhio che il prodotto può essere venduto ad individui di età superiore a 16 anni; questo per il potenziale pericoloso della bomboletta che presuppone un certo grado di consapevolezza e responsabilità, che certamente un bambino non può avere.
Anche le sostanze al suo interno devono essere controllate: prima del 2011 il mercato degli spray era un vero e proprio far west, con aziende senza scrupoli che inserivano nei propri prodotti elementi chimici più economici ma potenzialmente tossici e in alcuni casi sospettati di lasciare danni permanenti alla vista. L'unico principio attivo permesso è quello a base di Oleoresin Capsicum, una particolare sostanza naturale che sfrutta le proprietà vasodilatatorie della capsaicina, la sostanza che caratterizza il peperoncino nella sua piccantezza.
Il flacone inoltre non deve contenere più di 20 ml di liquido, proprio per non permettere la sovraesposizione alla sostanza urticante.
Lo spray, questo è doveroso ricordarlo, è quindi uno strumento di autodifesa. Sempre più spesso si legge di azioni offensive perpetuate tramite l'utilizzo della bomboletta: in questi casi chi si comporta in maniera illegittima verrà giudicato dalla legge come utilizzatore di una vera e propria arma. L'uso improprio può portare, dunque, alla configurazione di un reato. Anche per questo la legge di riferimento ha istituito caratteristiche tecniche per limitarne l'utilizzo: la gittata massima del flacone è infatti fissata a non più di tre metri di distanza.
Lo spray dunque è uno strumento che può essere molto dannoso e, anche quando usato come mezzo per autodifesa, può scatenare reazioni molto violente e incrementare il livello di pericolo. L'acquisto e il possesso devono essere valutati con estrema attenzione, soprattutto se in casa girano minori o individui che difficilmente abbiano le piene facoltà necessarie per assumersi la responsabilità di avere per le mani un piccolo "flaconcino" con un grande potenziale offensivo, come è stato dimostrato l'8 dicembre ad Ancona.